Rafforzare l’impatto del mentoring in Europa: Uno studio transnazionale per i professionisti del settore giovanile

Un nuovo studio transnazionale, realizzato da cinque partner europei nell’ambito del progetto MENTOR, offre nuove intuizioni sui bisogni e le aspettative di mentori e mentee nel settore giovanile in Europa. Rivolto ai professionisti del settore giovanile, lo studio offre strumenti pratici per ottimizzare il mentoring in vari contesti di mobilità internazionale.

Attori chiave al centro dell’innovazione

I professionisti del settore giovanile sono attori chiave per l’integrazione efficace dei giovani nella società e nel mondo del lavoro. Il loro ruolo va oltre la semplice gestione di progetti: sono catalizzatori di cambiamento e promotori del mentoring, capaci di influenzare profondamente il futuro dei giovani attraverso i programmi di mobilità internazionale. La loro esperienza, unita all’impegno quotidiano, li rende ideali per trasformare le pratiche di mentoring e massimizzare il loro impatto.

L’approccio delle 5C: Un quadro per un mentoring efficace

Al centro di questo studio, le ‘5C’ – Competenza, Confidenza, Carattere, Connessione e Cura – vengono presentate come pilastri fondamentali di una relazione di mentoring di successo. Basandosi su teorie dell’apprendimento sociale e dello sviluppo giovanile, lo studio evidenzia come queste cinque dimensioni possano essere integrate nelle pratiche dei professionisti per migliorare l’esperienza di mobilità dei giovani.

Adottare le migliori pratiche per un mentoring ottimizzato

L’obiettivo centrale dello studio è fornire ai professionisti del settore giovanile strumenti pratici per valutare e rispondere ai bisogni specifici di mentori e mentee in un contesto di mobilità internazionale. Questi strumenti sono progettati per essere facilmente integrati nella pratica quotidiana, incoraggiando la diffusione graduale delle migliori pratiche all’interno delle organizzazioni. Seguendo queste raccomandazioni, i professionisti possono non solo migliorare le proprie pratiche, ma anche ispirare e guidare i loro colleghi nell’implementazione di sistemi di mentoring più efficaci e impattanti.

Questo studio non si limita a mappare bisogni e aspettative: propone una vera e propria roadmap per migliorare l’efficacia dei programmi di mentoring in tutta Europa, massimizzando l’impatto sui giovani e sostenendo i professionisti che lavorano con loro.

 

Il 10 agosto, ASPEm ha accolto con entusiasmo nove nuovə volontariə che si sono unitə ai nostri progetti in Bolivia. Sei di loro sono arrivatə a Cochabamba per lavorare con il progetto SANAPI, dedicato allo sviluppo sostenibile nelle comunità rurali, mentre i restanti tre si dirigono verso Tarija per collaborare con RENACC.

A Cochabamba, i sei nuovə volontariə contribuiranno al progetto SANAPI, impegnandosi in attività chiave come il miglioramento delle pratiche agricole e la promozione di tecniche di gestione delle risorse naturali. Nel frattempo, i tre volontariə a Tarija lavoreranno con RENACC su progetti mirati a sostenere la sovranità alimentare per lo sviluppo delle comunità locali. La loro esperienza ed entusiasmo saranno fondamentali per rafforzare il lavoro di ASPEm e dei suoi soci locali nel lavoro con le comunità.

All’inizio di settembre i volontariə sono statə in visita presso la casa dell’ambasciatore d’Italia in Bolivia, Fabio Messineo, con il quale hanno potuto conversare in merito alla situazione socio politica attuale del Paese. Inoltre, sono state affrontate tematiche legate alla sicurezza ed é stato sottolineato il ruolo che i volontariə hanno come ‘rappresentanti’ dell’Italia in Bolivia. L’incontro, accompagnato da ottimo cibo italiano, è stato anche un momento di incontro e confronto con alcuni civilisti di altre istituzioni che prestano servizio in Bolivia durante quest’anno.

Siamo entusiastə di avviare questa nuova fase con il supporto di Anna, Aurora, Lucia, Lara, Riccardo, Tommaso, Ilaria, Gaia e Pierluigi. Il  loro arrivo è per noi significativo, e siamo certə che il loro lavoro avrà un impatto positivo e duraturo.

Un caloroso benvenuto allə nostrə nuovə volontariə! Grazie a tuttə per il continuo sostegno e per essere parte di questo entusiasmante percorso verso un futuro più sostenibile,

ASPEm

Anche quest’anno alcuni membri della Commissione di lettura costituita e coordinata da ASPEm parteciperanno alle premiazioni del concorso DiMMi di storie migranti, realizzate nell’ambito del più ampio evento “Premio Pieve Saverio Tutino”, quest’anno alla sua quarantesima edizione, che si terrà proprio a Pieve Santo Stefano, in Toscana, tra il 12 e il 15 settembre. Durante la manifestazione verranno annunciate le opere che, tra tutte quelle partecipanti a questa edizione del Concorso 2024, verranno pubblicate da Terre di Mezzo Editore.

 

Qual è l’obiettivo del Concorso DiMMi di Storie Migranti?

Riunire e custodire un patrimonio culturale che rischia di essere perduto, costruire una nuova narrazione della migrazione, partecipata e consapevole, e superare gli stereotipi e le semplificazioni per contribuire alla crescita di una cittadinanza globale. Sono questi gli obiettivi che si pone l’iniziativa DiMMi di Storie Migranti – dove DiMMi sta per “Diari Multimediali Migranti” – attiva dal 2012 grazie al sostegno di Regione Toscana e dell’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano. Il progetto raccoglie e valorizza racconti di persone con vissuto migratorio che vivono o hanno vissuto in Italia, e che desiderano condividere e diffondere la propria storia. Gli elementi chiave che intendono favorire una nuova comprensione della migrazione e il contrasto ai fenomeni di odio sono il racconto diretto da una parte, e l’ascolto attivo dall’altra. Grazie a queste storie si vuole contribuire a cambiare la narrazione pubblica sulle migrazioni, rendendo narratori e protagonisti quegli uomini e quelle donne che si celano dietro a servizi televisivi e titoli di giornale spesso utilizzati come mera propaganda politica. Contribuire alla diffusione di una cittadinanza globale significa costruire consapevolezza e supportare le nuove generazioni a creare una società inclusiva.

 

Qual è la storia del Concorso e della partecipazione di ASPEm a questa iniziativa?

Il Concorso è oggi alla sua XIII edizione. È nato nel 2012 grazie a un’idea dell’Archivio Diaristico Nazionale e al sostegno di Regione Toscana. Nel 2019 il Concorso è stato inserito come attività di rilievo nell’omonimo progetto “DIMMI di Storie Migranti”, che insieme al Concorso prevedeva numerose altre azioni per costruire una nuova narrazione delle migrazioni. Il progetto era finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), coordinato dalla ONG Un Ponte Per… e realizzato in partenariato con 47 partner tra organizzazioni non governative, associazioni, Comuni e Regioni. Tra questi partner c’era anche ASPEm. È in questa occasione che ASPEm ha dato vita alla Commissione di lettura del territorio canturino che, ancora oggi, insieme ad altre decine di Commissioni sparse per tutta Italia, ha il compito di leggere le storie migranti partecipanti al Concorso e segnalare al Comitato Scientifico quelle considerate più adatte alla pubblicazione. Generalmente sono ritenuti di particolare interesse i racconti che trattano delle culture e dei contesti di origine, dell’esperienza di migrazione e/o del vissuto dell’autore o dell’autrice nel paese di arrivo o di transito. Ad oggi, le storie raccolte e conservate nell’Archivio Diaristico Nazionale sono migliaia, basti pensare che solo nelle prime tre edizioni il Concorso ha portato alla raccolta di oltre 500 narrazioni migranti. Dal 2022, ASPEm è entrata a far parte del Comitato Scientifico del Concorso, con il compito di valutare le proposte arrivate dalle Commissioni di lettura e selezionare definitivamente le storie vincitrici del Concorso. Il Comitato Scientifico è composto da: Archivio delle Memorie Migranti, Archivio Diaristico Nazionale, Arci, Amref Health Africa / Associazione Fratelli dell’Uomo, ASPEm, Centro di Ricerca sull’Emigrazione – Museo dell’Emigrante dell’Università della Repubblica di San Marino, Circolo Gianni Bosio, Comitato 3 Ottobre, Comune di Pontassieve – Centro Interculturale, Comune di San Giovanni Valdarno – Centro d’ascolto per cittadini stranieri del Valdarno, Epale Italia, ISMed CNR,  Oxfam Italia Intercultura, Rete italiana di cultura popolare, Unione dei Comuni della Valdera, Un ponte per…. Nel 2023, la Commissione di lettura di ASPEm ha avuto l’incarico di referente delle Commissioni di lettura della Lombardia.

 

In cosa consiste il Concorso?

Il concorso consiste nella raccolta di storie migranti in formato di testi, immagini, video, e-mail, lettere o disegni, purché siano racconti strettamente autobiografici e inediti. Queste storie non devono essere romanzate e possono essere scritte anche in lingua straniera (in tal caso bisogna anche allegare una traduzione in italiano). Ogni anno il Comitato Scientifico, dopo un’attenta valutazione dei racconti, ammette al Concorso circa 150 storie che rispettano i requisiti richiesti e le distribuisce tra le oltre 20 Commissioni di lettura sparse in tutta Italia. In seguito al lavoro delle Commissioni e a quello del Comitato Scientifico, l’annuncio delle opere vincitrici avviene nel mese di settembre in occasione del “Premio Pieve Saverio Tutino”, che si svolge a Pieve Santo Stefano, in provincia di Arezzo. Durante l’evento non solo vengono premiate le storie che verranno successivamente pubblicate, ma vengono anche assegnate menzioni speciali ad altri autori e autrici per ciascuna delle due seguenti categorie: autori e autrici che non abbiano compiuto il 21esimo anno d’età al momento della consegna della narrazione e autori e autrici dopo i 21 anni compiuti.

 

XIV edizione del Concorso DiMMi di Storie Migranti

Nel mese di ottobre 2024 verrà lanciata la nuova edizione del Concorso: sui canali di ASPEm verranno pubblicate tutte le informazioni per partecipare. Nel frattempo, in attesa di conoscere i vincitori e le vincitrici della XIII edizione e per approfondire il Concorso, ecco alcuni materiali molto utili:

Regolamento del Concorso

Modulo di partecipazione

Premio Pieve Saverio Tutino

 

 

Torniamo a parlarvi del progetto MENTOR – Mentors’ Engagement through Training and Oriented Results, un’iniziativa che mira a valorizzare e sviluppare il mentoring come strumento fondamentale nei progetti di mobilità internazionale, potenziando le organizzazioni giovanili tramite strumenti di educazione non formale.

Il progetto, della durata di 26 mesi, è frutto della collaborazione tra partner di cinque paesi: Francia, Italia, Macedonia, Turchia e Romania. Gli strumenti derivanti dalla sua realizzazione avranno una natura open source e saranno quindi di libero accesso, disponibili gratuitamente sui siti web dei partner nelle seguenti lingue: italiano, inglese, francese, macedone, turco e rumeno.

Il Progetto, in sintesi:

OBIETTIVI

  • Valorizzare i bisogni e le aspettative preesistenti riguardanti il mentoring (tutoraggio) nel settore giovanile;
  • Creare strumenti pedagogici per le organizzazioni giovanili/ professionali per implementare attività di mentoring nella propria organizzazione;
  • Sviluppare un corso di formazione per formare e coinvolgere futuri formatori / mentori;
  • Consentire a mentori e futuri partecipanti alla mobilità internazionale (mentees) di seguire i progressi del loro percorso.

OUTPUT

  • Studio transazionale sui bisogni del mentoring: al fine di consentire una diffusione in tutta l’ue delle esigenze di mentoring dei giovani professionisti in relazione ai progetti di mobilità internazionale.
  • Guida per professionisti della gioventù: con lo scopo di coinvolgere i giovani professionisti per contribuire all’attuazione del mentoring su scala europea.
  • Formazione per futuri mentori: i mentori, siano essi ex partecipanti alla mobilità internazionale o persone che hanno già vissuto all’estero per almeno 3 mesi, sono formati nel loro ruolo di mentor per accompagnare adeguatamente i mentees (futuri partecipanti alla mobilità internazionale).
  • Portfolio Mentors & Mentees: cosicché mentori e mentees siano informati e guidati su come accompagnare o essere accompagnati durante il loro percorso.

Di seguito pubblichiamo lo studio sul mentoring preparato con la partecipazione delle organizzazioni partner: ADICE (Francia), VCS (Macedonia), PiYA (Turchia) e Curba de Cultura (Romania). L’elaborato è frutto di un’indagine indirizzata ad analizzare aspettative ed esigenze di volontari internazionali e operatori giovanili in merito all’importanza del mentoring.

159 persone tra mentori e mentee sono state intervistate nei 5 paesi di riferimento, raccogliendo informazioni sulle idee relative al ruolo del mentore, alle competenze necessarie per svolgere il ruolo, alle abilità sviluppate durante l’esperienza, al loro impiego in ambito personale e professionale e alle responsabilità e ai limiti nella relazione e nella comunicazione tra mentore e mentee.

Lo studio fornisce strumenti utili all’elaborazione di strategie di mentoring per le organizzazioni attive nel settore del volontariato internazionale, anticipando la creazione di una guida pedagogica per professionisti della gioventù e la realizzazione di moduli formativi per futuri mentori, che verranno elaborati nei prossimi mesi di progetto.

SCARICA LO STUDIO IN:

Leggi gli altri articoli relativi al progetto:

Il progetto MENTOR è cofinanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Erasmus+, coordinato da ADICE (Francia) e realizzato in partenariato con ASPEm (Italia), VCS (Macedonia), PiYA (Turchia) e Curba de Cultura (Romania).

 

Domenica 26 maggio abbiamo invitato socie e soci al Parco del Bersagliere (Cantù).
Volevamo che la festa per il 45º anniversario di ASPEm fosse un’occasione speciale per celebrare i successi passati e guardare con ottimismo al futuro, rinnovando il nostro impegno nel continuare a fare la differenza.

Siamo consapevoli che ci sono tante sfide da affrontare, ma vedervi qui oggi, così numerosi, ci permette di essere ottimisti” ha detto la Presidente Daniela Elli “Siamo determinati a proseguire nella nostra missione, grazie anche a tutte le persone che partecipano a questa bellissima associazione”.

Da un lato del parco abbiamo allestito una piccola mostra, con foto tratte dall’archivio storico dell’associazione. Immagini che ripercorrono la nostra storia e che compongono il DNA di ASPEm, partendo dai cantieri in Africa per arrivare ai volti di Lima e Cochabamba.

Fra tutte, sono state le foto di don Flavio a emozionare e commuovere.
Era di sicuro lì con noi.

Sull’altro lato, lo staff era pronto ad aggiornare socie e soci sui progetti in corso, suddivisi per le aree geografiche che al momento ci vedono protagonisti: America Latina, Europa e Africa.
Si è parlato di api boliviane, di volontariato internazionale, di PMI tessili peruviane, di scuole canturine, …

Una festa che ha coinvolto tutte le sedi, grazie alla presenza di María Zevallos e Isabel Riquelme López (dall’ufficio di Lima in Perù) e di Marco Perego e Anna Mauri (dall’ufficio di Cochabamba in Bolivia).

Il Service Learning nell’ambito del progetto “Tutta un’altra storia”: un’occasione per sperimentarsi nel servizio solidale alla comunità

Il progetto «Tutta un’altra storia – Nuove cornici narrative contro la discriminazione e l’odio», di cui ASPEm è partner, prevede la realizzazione di percorsi di Service Learning co-progettati con le scuole secondarie di numerosi territori italiani, tra cui le province di Como e Bergamo, dove ASPEm coordina le attività con l’obiettivo di far sviluppare competenze sociali e civiche in materia di cittadinanza e diffondere una narrazione inclusiva ed efficace delle migrazioni.

Ma che cos’è il Service Learning? Si tratta di una proposta pedagogica che unisce il Servizio – inteso come esperienze di cittadinanza attiva, azioni di solidarietà e volontariato per la comunità, e l’Apprendimento – ossia l’acquisizione di competenze metodologiche, sociali e civiche, in modo che studenti e studentesse possano sviluppare le proprie conoscenze e capacità attraverso il servizio solidale alla comunità. Questo approccio risulta particolarmente efficace per l’Educazione alla Cittadinanza Globale, che combina apprendimento e impegno per la collettività e che si basa sul principio della partecipazione.

Tra i plessi che hanno aderito al progetto e che quindi hanno realizzato un percorso di Service Learning, c’è la scuola secondaria di II grado di Carimate, che ha scelto di incentrare il proprio percorso – intitolato «Play Equality» – sul gioco come espediente per far riflettere alunne e alunni sul tema dell’inclusione. È stato importante far comprendere come il gioco e in generale le attività ludiche ed educative siano esperienze che vanno aldilà del genere e della provenienza culturale e geografica. Il gioco ha rappresentato un potente strumento per promuovere la parità di genere e l’inclusione di bambine e bambini con un background migratorio in contesti multiculturali.

In seguito all’implementazione in classe di un’Unità di Apprendimento co-progettata dal corpo docente e dallo staff di ASPEm, che ha approfondito il  gioco come strumento per favorire un approccio inclusivo e interculturale, e in seguito ad alcune uscite sul territorio durante cui le tre classi terze coinvolte hanno partecipato a giornate di osservazione partecipata sui giochi praticati nella scuola dell’infanzia, ricerche sui giochi di diverse generazioni e indagini su come il mercato e la società favoriscano o meno la genderizzazione di alcune attività ludiche, le classi hanno ideato e realizzato giochi inclusivi da proporre alla scuola dell’infanzia, per sensibilizzare anche lə più piccolə.

È stata quindi organizzata una giornata presso la scuola dell’infanzia di Carimate in cui le alunne e gli alunni coinvoltə hanno mostrato e messo in pratica con bambine e bambini i giochi da loro inventati. È stata un’occasione per responsabilizzare studenti e studentesse della scuola secondaria e per coinvolgerlə attivamente in azioni di sensibilizzazione della propria comunità. Il risultato è stato molto positivo: le attività sono state molto apprezzate e ripetute anche nei giorni successivi, e la soddisfazione delle alunne e degli alunni, che hanno avuto l’occasione di tornare alla scuola dell’infanzia per un giorno ed essere protagonisti di cambiamento, è stata grande.

Il percorso «Play Equality» si è concluso “confluendo” nel progetto Erasmus «United for Equality» che la scuola secondaria di Carimate sta realizzando in questo anno scolastico: durante la visita di studenti e studentesse spagnolə è stato presentato il progetto realizzato e sono stati sperimentati i giochi interculturali e inclusivi realizzati con il supporto di ASPEm durante l’implementazione in classe dell’Unità di Apprendimento. L’attività, valutata molto positivamente da alunnə e docenti spagnolə, ha permesso di ampliare l’impatto delle azioni di sensibilizzazione e di cittadinanza attiva messe in pratica direttamente da studenti e studentesse della scuola secondaria, offrendo alla rappresentanza spagnola ospitata anche la possibilità di replicare questo tipo di percorso didattico.

 

QUI è possibile visionare e scaricare la brochure coi 3 giochi ideati dalle classi terze della scuola secondaria di I grado di Carimate. Prontə a giocare?

Questo mese siamo statə a Skopje, in Macedonia, ospitatə da VCS, per incontrare i partner del progetto MENTOR.

Insieme abbiamo revisionato lo Studio transnazionale sul tema del mentoring di cui vi avevamo parlato lo scorso ottobre, quando abbiamo accolto a Cantù le organizzazioni che partecipano al progetto. Lo Studio ha avuto l’obiettivo di identificare le aspettative e le esigenze in materia di mentoring di volontari internazionali e operatori che lavorano nell’ambito della gioventù e dei progetti di mobilità, per identificare strategie e strumenti utili a supportare le organizzazioni giovanili nell’implementazione di progetti di volontariato internazionale.

Attraverso questo Studio abbiamo anche prodotto una Guida sul mentoring, revisionata anch’essa durante i giorni di lavoro condivisi coi partner, concepita per migliorare le capacità e le conoscenze deə professionistə della gioventù e per supportarlə nell’adozione di nuovi metodi e pratiche legati al mentoring. Essendo strettamente legata ai risultati dello Studio transnazionale, la Guida incorpora le intuizioni di mentorə e mentee dei 5 Paesi europei che hanno partecipato alla ricerca su cui si basa lo Studio (Italia, Francia, Macedonia, Turchia, Romania).

Presto entrambi i materiali saranno disponibili sul sito di ASPEm e sulla piattaforma europea EPALE. Per accedere a EPALE e restare aggiornatə, è possibile iscriversi alla piattaforma tramite l’apposito link (https://epale.ec.europa.eu/en) e successivamente diventare membro al gruppo MENTOR, cliccando qui (https://epale.ec.europa.eu/en/private/mentors-engagement-through-training-and-oriented-results-mentor).

Ringraziamo tutti i partner per il prezioso lavoro svolto insieme e un grazie speciale ai colleghi e alle colleghe di VCS, che ci hanno ospitato e ci hanno permesso di conoscere più da vicino il loro lavoro nell’ambito del volontariato giovanile. Abbiamo infatti incontrato il gruppo di volontarə attualmente attivə sul campo e abbiamo avuto momenti di confronto per lo scambio di buone pratiche e strategie che ci consentiranno di implementare sempre più nuovi progetti di mobilità giovanile e potenziarne l’impatto!

Il progetto MENTOR è cofinanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Erasmus+, coordinato da ADICE (Francia) e realizzato in partenariato con ASPEm (Italia), VCS (Macedonia), PiYA (Turchia) e Curba de Cultura (Romania).

ASPEm ha ricevuto un importante riconoscimento durante l’incontro Promoting Women’s Economic Empowerment, tenutosi in Perù. Il ministro Nancy Tolentino e il viceministro Elba Espinoza del Ministero delle Donne e delle Popolazioni Vulnerabili del Perù, insieme alla direttrice del Ministero della Produzione del Perù, Ana María Choquehuanca e a grandi esperte e imprenditrici che lavorano nell’ambito economico, hanno riconosciuto alla nostra associazione il lavoro di promozione dell’autonomia economica delle donne attraverso vari progetti nel corso degli anni di lavoro nel Paese.

Come ASPEm cerchiamo costantemente di contribuire al successo delle donne attraverso diversi progetti e programmi, fornendo supporto e opportunità di crescita per rafforzare la loro identità, l’empowerment e le attività di sviluppo. Crediamo fortemente nella promozione dell’emancipazione economica femminile in quanto contribuisce non solamente all’indipendenza e alla crescita delle donne, ma anche quella delle loro famiglie, delle comunità e dell’intero paese.  Sfruttare i loro talenti e competenze e incoraggiarne la loro inclusione al mercato del lavoro, può stimolare una diversità di idee e di prospettive, portando alla crescita dell’imprenditorialità e stimolando la leadership aziendale delle donne.

L’empowerment economico delle donne va oltre l’equità, è difatti un fattore indispensabile per lo sviluppo sostenibile e la prosperità economica complessiva del paese.

In una giornata ricca di apprendimento e di condivisione di esperienze ispiratrici di donne provenienti da diverse regioni del Perù, la ricezione di questo segno di stima rafforza il nostro impegno a continuare a creare opportunità e a sostenere l’uguaglianza di genere, aiutando le donne a raggiungere il loro pieno potenziale, costruendo un futuro più inclusivo per tutte.

È disponibile il terzo manuale formativo realizzato nell’ambito del progetto Vive la durabilité des actions de jeunesse – Vive.

Questa guida affronta i temi dell’eco-responsabilità e della digitalizzazione responsabile come strategie chiave per valorizzare e rendere sostenibile il lavoro di operatori e associazioni giovanili.

In un contesto di cambiamento climatico ed evoluzione digitale, uno dei cicli formativi del progetto VIVE ha avuto l’obiettivo di fornire alle organizzazioni partner strumenti e consigli su come dematerializzare il proprio lavoro con i giovani e ridurre la propria impronta carbonica. Da questa formazione è nato il manuale “Eco-responsabilità e dematerializzazione nel lavoro con i giovani: un passo in avanti verso una digitalizzazione responsabile”, che offre numerosi consigli per attuare buone pratiche digitali responsabili in ufficio, durante gli eventi e gli spostamenti, e in generale nelle attività “sul campo”, nel lavoro con i giovani.

Il manuale – disponibile in italiano, inglese, francese e arabo – si rivolge in particolare alle organizzazioni e alle strutture che lavorano con e per i giovani in contesti di solidarietà e che intendono avviare progetti di partecipazione e attivazione.

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Insieme al manuale, sono stati realizzati due video che ne evidenziano i punti salienti e che potranno essere utilizzati come strumenti formativi e di sensibilizzazione, per favorire la diffusione delle buone pratiche presentate. Anche i video sono disponibili in italiano, francese, arabo e inglese.


Il progetto “Vive la durabilité des actions de jeunesse” (VIVE) è cofinanziato dal programma Erasmus+ Capacity Building nell’ambito della Gioventù, coordinato da ADICE e realizzato in partenariato con ASPEm, ISAAF JERADA, Amuddu, ASTICUDE e TILDAT.