Sono Maddi, ho 25 anni, vengo dal Paese Basco e ho studiato antropologia. Ora sto facendo un progetto di volontariato europeo, qui a Matera. Non ho mai saputo cosa studiare perché c’erano così tante cose che mi piacevano ed era molto difficile per me dover scegliere solo una cosa. Ed è vero che quando ho iniziato a studiare antropologia non sapevo cosa fosse, ma mi sembrava che potesse essere un punto d’incontro per varie cose che mi piacevano, -non so, anche argomenti più contemporanei- perché pensavo che la storia ero qualcosa di statico e lontano e che l’antropologia potesse essere più dinamica, più attiva. Ci andavo con le mie illusioni e le mie delusioni.
Bene: così è andata, ma la mia tesi finale riguarda l’accoglienza e l’arrivo dell’immigrazione irregolare nel sud della Spagna, quindi – beh – la mia idea era di studiare un po’ come funzionava il sistema, i diversi attori che partecipano e soprattutto prendendo come punto di riferimento il tema della vulnerabilità: perché le persone vulnerabili, diciamo che fanno un altro percorso attraverso il sistema migratorio.
Così è stato: ho iniziato anche per un motivo egoistico o realistico… sapevo che avrei continuato a studiare, ma avevo bisogno di un finanziamento e era un argomento che mi interessava, ma che avrebbe anche – siccome era un argomento un po’ del momento – che avrei avuto maggiori possibilità di ottenere uno di quelli che in realtà lo erano.
Ma che dopotutto, finisce per essere mezzo controproducente. E credo che sia stata anche una lezione per me: voglio dire, in primo luogo è un fenomeno, può darsi che nel 2015 si parlasse già di altri numeri; In quell’agosto, di che numero – i numeri: non dovremmo lasciare alle persone solo numeri – ma era un fenomeno molto più grande, ma poi i numeri sono calati. Non so come dirlo: non è un fenomeno così grande, fa tanto clamore, sembra molto più grande. E poi si crea un’industria attorno a questo: un’industria che muove molti soldi. L’industria dell’accoglienza e di tutte le mafie: tutte le persone che traggono profitto dalle persone che migrano. Tutte le industrie ospitanti, una volta in Europa; giornalisti che indagano e ne parlano e anche l’accademia finisce per parteciparvi e finisce per dargli più clamore.
Finisci per avere un sacco di persone che parlano di qualcosa che alla fine non è così grande. All’epoca la cisterna in Spagna – che era nel 2018, perché tutte le vie erano chiuse – ce n’erano come 68.000, qualcosa del genere. E poi non ci sono i 68mila che restano in Spagna: la maggioranza torna addirittura nei paesi di origine o in qualsiasi altro paese. E poi ti rendi conto che – sì, la mia intenzione era buona – ti rendi conto anche che è un po’ ingenuo. E ora ai margini del fenomeno, perché no, non puoi solo avere una visione macro in termini di persone: non fai loro alcun favore, cioè quasi usando -come- violenza nel senso che loro sono utili per la tua ricerca, ma a chi porti vantaggio nella loro vita? Nessuna.
Alla fine, <perché lo faccio? A chi giova?> Beh, per me tra virgolette prendere una laurea? Ma tutte le persone lì, beh… non lo so.