Anche ASPEm si unisce all’appello umanitario di AOI, CINI e Link2007

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Appello umanitario urgente alla Comunità Internazionale dopo l’avvertimento di evacuazione del Nord e Centro di Gaza

Gli abitanti della Striscia di Gaza nella notte hanno ricevuto sui loro telefoni un avvertimento da parte dell’esercito israeliano per l’evacuazione di tutta la zona nord e centrale della Striscia entro le 14 ora locale del 13 ottobre.

Anche le Nazioni Unite hanno ricevuto la stessa comunicazione per la messa in sicurezza di tutto il loro staff e strutture, comprese scuole ed ospedali.
L’area è sotto incessanti bombardamenti da cinque giorni, le strade sono distrutte. A Gaza non esiste un luogo sicuro. Non c’è elettricità né benzina.

Questa richiesta da parte di Israele è irragionevole, non è possibile spostare oltre un milione di persone in poche ore. Sostenere le ragioni di questa decisione oggi significa lasciare indietro civili innocenti che hanno diritto ad essere protetti, inclusi i più vulnerabili tra cui anziani, sfollati, degenti, e centinaia di migliaia di bambini.

Ci uniamo quindi alla richiesta del Segretario generale ONU al sottosegretario Blinken che si trova in Medio Oriente, alla Presidente UE Von Der Leyen, la cui visita in Israele è prevista per oggi 13 ottobre, di bloccare l’operazione annunciata da Israele prima che gli scenari prospettati dagli esponenti del suo Governo, a partire dal Primo Ministro, diventino realtà.

In ottobre abbiamo ospitato presso la nostra sede di Cantù i partner del progetto MENTOR: ADICE dalla Francia, VCS dalla Macedonia, PiYA dalla Turchia e Curba de Cultura dalla Romania.

Insieme abbiamo lavorato all’elaborazione di uno studio sul tema del mentoring che verrà presto diffuso in ambito europeo.

Lo studio è stato sviluppato sulla base di un’indagine svolta nei cinque paesi partner per investigare aspettative ed esigenze di volontari internazionali e operatori giovanili proprio in materia di mentoring.

Ma che cos’è il mentoring?

Nel contesto dei progetti di mobilità internazionale, il mentoring rappresenta il sostegno fornito da un mentore a un mentee. Il mentore sostiene il giovane nella realizzazione dell’esperienza internazionale, fornendogli consigli e stimoli e instaurando una relazione di fiducia, scambio e apprendimento.

Le aree tematiche indagate in questo studio approfondiscono il ruolo del mentore e le competenze ritenute necessarie per svolgere efficacemente questo compito, oltre alle abilità che possono essere sviluppate durante l’esperienza diretta e a come esse possono essere impiegate in ambito personale e professionale, le responsabilità e i limiti da tenere presenti nella relazione tra mentore e mentee e le modalità di comunicazione tra essi.

Lo studio contribuirà all’individuazione di strategie e strumenti volti a supportare le organizzazioni che lavorano nell’ambito del volontariato internazionale, alla creazione di una guida pedagogica per i professionisti della gioventù, per sostenerli nell’implementazione di attività di mentoring nelle proprie organizzazioni, e alla realizzazione di una formazione per futuri mentori.

Sarà inoltre tradotto in 6 lingue (italiano, inglese, francese, macedone, turco, rumeno) e sarà diffuso non solo nei cinque Paesi partner, ma in tutta l’Unione Europea, con l’obiettivo di consentire un’ampia diffusione delle esigenze di mentoring degli operatori giovanili in relazione ai progetti di mobilità internazionale.

 

Il progetto MENTOR è cofinanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Erasmus+, coordinato da ADICE (Francia) e realizzato in partenariato con ASPEm (Italia), VCS (Macedonia), PiYA (Turchia) e Curba de Cultura (Romania).

Il Progetto MENTOR: la scheda sintetica

Si è concluso sabato 7 ottobre il programma di formazione per funzionari delle amministrazioni comunali locali “Città sostenibili e circolari: un’opportunità per promuovere lo sviluppo economico locale”. Questo programma è stato sviluppato nell’ambito del progetto “Alleanze per un’Economia Circolare” (Alianzas para una Economía Circular), realizzato da ASPEm, ADEC-ATC e SNI, con il sostegno dell’Unione Europea e in partnership con il Centro di Sostenibilità dell’Università di Lima. Ha partecipato a quest’ultima sessione del programma Tatiana García, responsabile per l’Ambiente e il Cambiamento Climatico della Delegazione dell’Unione Europea in Perù, che ha presentato le città sostenibili in Europa e i diversi piani che si stanno realizzando. Ricardo Fernández, coordinatore del progetto, Abelardo Vildoso, rappresentante dell’ADEC ATC, e i funzionari (presenti sia di persona che virtualmente) hanno avuto l’opportunità di scambiare alcune considerazioni finali per concludere il corso.

Con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo delle nostre città sulla base di criteri di benessere, sicurezza e sostenibilità, queste sessioni di formazione per manager di diversi distretti del Perù sono state realizzate con un approccio di insegnamento molto dinamico e partecipativo, per includere i contributi di tutti i partecipanti al corso.

Durante le sessioni tenutesi in modalità ibrida, virtuale e di persona, hanno partecipato rappresentanti di comuni di diverse regioni del Perù. Dalla metropolitana di Lima hanno partecipato La Victoria, Magdalena, Surco, Independencia, Villa El Salvador e San Juan de Lurigancho; dai municipi di Callao hanno partecipato rappresentanti di Ventanilla e La Punta, e dall’interno del paese hanno partecipato rappresentanti di Urubamba, Paita, Máncora, Trujillo, Junín e Arequipa.

Nel 2023 il Concorso DiMMi è giunto all’ottava edizione e, come ormai consuetudine, il Premio Pieve ha ospitato nella giornata di venerdì 15 settembre l’evento di premiazione delle testimonianze vincitrici. Un incontro intenso, al quale abbiamo avuto il privilegio di partecipare, caratterizzato dagli interventi in prima persona delle autrici e degli autori che hanno deciso di donarci la propria esperienza di vita.

 

Il Concorso si sviluppa nell’ambito dell’omonimo progetto DiMMi – Diari Multimediali Migranti nato nel 2012 su impulso di Regione Toscana con l’obiettivo di sensibilizzare e coinvolgere i cittadini sui temi della pace, della memoria e del dialogo interculturale, e di creare un fondo speciale dei diari migranti presso l’Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano.

 

Sono state ben 79 le testimonianze raccolte nell’ambito dell’ottava edizione del concorso. Ancora una volta i racconti DiMMi hanno stupito per varietà di provenienza, esperienza di vita, modalità di racconto. Nel corso dell’anno le 19 Commissioni di lettura sparse per tutta Italia, tra le quali c’è quella costituita e coordinata da ASPEm sul territorio di Cantù, e il Comitato Scientifico del progetto, del quale ASPEm è membro, hanno selezionato le storie che sono state presentate in occasione della manifestazione e che verranno presto pubblicate da Terre di Mezzo Editore.

 

Ringraziamo l’Archivio Diaristico Nazionale che, come ogni anno, ha organizzato e coordinato l’iniziativa, le autrici e gli autori che hanno condiviso le proprie storie e tutte le persone che hanno partecipato con passione per aver reso l’intero evento così emozionante e coinvolgente.

Odiare non è uno sport 2” è un progetto di Educazione alla Cittadinanza Globale proposto nella sua seconda edizione, è finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) e promosso da CVCS assieme a 13 partner in 7 regioni italiane; tra questi partner, ASPEm realizza le attività previste sul territorio della provincia di Como.

 

“Odiare non è uno sport 2” mira a contrastare e prevenire atteggiamenti e comportamenti d’odio, sia online che non, dei giovani della fascia 11-18 anni. Il progetto intende anche munire i giovani di strumenti e strategie per reagire a situazioni di hate speech, attraverso formazioni, workshop e attività interattive.

 

Il progetto prevede due tipi di attività da realizzare in collaborazione con le scuole secondarie e i gruppi sportivi nell’anno scolastico 2023/2024:

 

  • incontri formativi per docenti e allenatori, nella forma del workshop in presenza, durante cui verranno condivise linee guida operative e metodologiche per approfondire la conoscenza del fenomeno dell’hate speech ed educare i giovani a contrastarlo. Per i docenti, l’iscrizione avverrà tramite accesso al portale Sofia per l’ottenimento dei crediti formativi;

 

  • percorsi educativi e partecipativi con le squadre sportive e con gli alunni con alternanza di contenuti e attività pratiche per riconoscere le conversazioni ostili e imparare a contrastarle. I partecipanti potranno partecipare a incontri formativi, alla realizzazione di campagne web di narrazione alternativa, a squadre territoriali di attivisti digitali anti-odio, a flash mob online. Le attività e la loro durata possono essere concordate sulla base delle esigenze e delle disponibilità delle scuole e delle società sportive.

 

La partecipazione al progetto è interamente gratuita. Per avere informazioni su come poter aderire al progetto o per richiedere dettagli aggiuntivi sulle modalità di realizzazione, si prega di contattare l’indirizzo e-mail educazione@aspem.org

Il progetto “Tutta un’altra storia” propone alle scuole secondarie attività per insegnanti e studenti da realizzarsi nell’anno scolastico 2023/2024:

 

  • corso di formazione certificato per docenti sulla metodologia narrative change della durata di 15 ore (5 incontri online da 3 ore) durante il quale risponderemo ad alcune domande: come far crescere la competenza sociale e civica in materia e di cittadinanza? Come affrontare in classe il tema delle migrazioni in maniera non tossica, inclusiva ed efficace? Quali strumenti innovativi possiamo usare noi insegnanti e quali possiamo dare ai nostri studenti per affrontare il tema anche al di fuori del contesto scolastico? Per favorire maggiore partecipazione, il corso è proposto in due

edizioni: la prima edizione si terrà nelle giornate di lunedì a partire dal 25 settembre mentre la seconda si svolgerà nelle giornate di giovedì a partire dal 5 ottobre;

 

  • sperimentazione di una Unità di Apprendimento (UdA) all’interno delle classi per mettere in

pratica quanto condiviso durante il corso (la sperimentazione permetterà di vedere riconosciute

ulteriori 15 ore). I docenti avranno la possibilità di essere supportati da un/una tutor nell’ideazione

e sperimentazione dell’UdA;

 

  • percorsi di Service Learning (SL) attivati dalle scuole con la collaborazione dei tutor per condividere

sul territorio quanto appreso e sperimentato al fine di sensibilizzare e coinvolgere la cittadinanza; le scuole aderenti parteciperanno ad un concorso in cui una giuria di esperti, composta da

rappresentanti dell’Università LUMSA, Compagnia di San Paolo e CISV, valuterà le proposte di SL

presentate e premierà le più meritevoli con un importo massimo di 1.500 Euro/iniziativa, che

saranno gestiti direttamente dalla scuola.

 

La partecipazione al progetto è interamente gratuita. Per tutte le informazioni sul progetto e sulle modalità di partecipazione, si prega di contattare l’indirizzo e-mail educazione@aspem.org

Lunedì 11 settembre, presso la sede della Delegazione dell’Unione Europea in Perù, si è svolto l’evento “Textiles Peruanas Sostenibles hacia el mundo” (I tessuti peruviani sostenibili nel mondo) per celebrare la chiusura del progetto “Impulso Sostenible para MYPES de Impacto”, realizzato nell’ambito di “Alianzas para una Economía Circular” e per presentare l’avvio di “Activa, crece y progresa”, che si sviluppa nell’ambito di “Aceleradora de Innovación Textil”. Entrambi i progetti sono sviluppati da ASPEm, insieme alla società Textiles Camones e con il sostegno dell’Unione Europea, e hanno lo scopo di collaborare con le PMI tessili, generalmente guidate da donne, per orientarle e formarle sull’economia circolare nel settore tessile e sulla transizione verso la sostenibilità all’interno dei processi di produzione e vendita.

Secondo il rapporto del programma “Impulso Sostenible para MYPES de Impacto”, presentato durante l’evento, è stato possibile lavorare con sei PMI, di cui quattro sono riuscite a misurare la propria impronta di carbonio e una è stata certificata dal Ministero dell’Ambiente peruviano per le basse emissioni generate. Tra i vari beneficiari del programma spiccano l’Ospedale pediatrico e il “Club de la Mama” (per malate di cancro), che hanno ricevuto vestiti donati dalle PMI, così come le detenute del carcere femminile che hanno ottenuto opportunità di lavoro dalle imprese.

All’evento hanno partecipato Gaspar Frontini, ambasciatore dell’Unione Europea in Perù; María Zevallos, direttrice di ASPEm in Perù; Tatiana García, responsabile per l’Ambiente e il Cambiamento Climatico della delegazione dell’Unione Europea in Perù e Carlos Camones, CEO di Textiles Camones. Tutti hanno ringraziato le aziende e le PMI per la partecipazione ai progetti, riconoscendo il lavoro e la collaborazione delle organizzazioni aderenti per raggiungere gli obiettivi di crescita sostenibile nel settore tessile.

Sono stati, inoltre, consegnati i certificati ai rappresentanti delle PMI che hanno partecipato al programma “Impulso Sostenible para MYPES de Impacto”, ovvero:

  • Melina Salazar – Metamorfosi
  • Vilma R. Torres e William J. Torrejon – Virtuosa
  • María Alejandra Rodríguez – PURPURA LAB
  • Mario Pillo – Moda R&R
  • Lesly Ormeño – Alma Bohemia

Per concludere l’evento si è tenuta una breve sfilata di moda che ha messo in mostra i capi realizzati con gli scarti tessili forniti da Textiles Camones, nell’ambito del programma “Impulso Sostenible para MYPES de Impacto”. Le PMI Metamorfosis, Virtuosa e Alma Bohemia hanno presentato le loro creazioni.

Un canale televisivo nazionale ha trasmesso in diretta la sfilata e le interviste agli imprenditori, titolando il programma “Sfilata di moda sostenibile a sostegno delle PMI”

Insieme continueremo a creare e a lavorare per proseguire sulla strada della sostenibilità nel settore tessile. L’obiettivo è che più progetti e iniziative ottengano questa visibilità e riconoscimento.

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Durante l’estate i rappresentanti dei partner marocchini del progetto VIVE – Association ISAAF JERADA Solidarité et Développement, Association AMUDDU Chantiers Sans Frontières, Association Thissaghnasse pour la culture et develeppement ASTICUDE – hanno trascorso quattro giorni in Italia presso l’ufficio di ASPEm per un’attività di job shadowing, ossia un’esperienza di apprendimento sul campo mirata a rafforzare la cooperazione tra i partner e favorire lo scambio di buone pratiche e strumenti per arricchire le proprie strategie di intervento.

Uno dei principali focus approfonditi durante le giornate di lavoro è stato quello sulla gestione dei volontari nell’ambito dei progetti di mobilità: ASPEm ha condiviso coi partner esperienze, strumenti e buone pratiche sull’intero ciclo di coinvolgimento e gestione dei volontari: dall’identificazione dei bisogni delle associazioni e, quindi, dall’elaborazione dei profili dei volontari, fino alla creazione dei posti vacanti e, ancora, dalla selezione dei volontari fino al monitoraggio e alla valutazione del loro servizio.

Altri contenuti affrontati sono stati la partecipazione dei volontari nelle azioni di comunicazione e diffusione, la creazione di prodotti di visibilità efficaci, la pianificazione di progetti di sviluppo che mirano al coinvolgimento di giovani migranti e l’implementazione di metodologie partecipative per promuovere la partecipazione attiva della gioventù locale.

L’esperienza di Job Shadowing ha visto anche la partecipazione di docenti, giovani volontari e operatori di associazioni del territorio che hanno condiviso la propria esperienza di lavoro e collaborazione con ASPEm: le testimonianze proposte hanno avuto l’obiettivo di presentare alcune strategie ritenute efficaci per favorire l’attivazione dei giovani sul territorio, la costruzione di reti e partenariati locali e l’attivazione delle comunità.

Il prossimo incontro tra i partner è previsto per ottobre: ci incontreremo a Marrakech per l’ultima sessione formativa prevista dal progetto, alla quale seguiranno, nei mesi successivi, l’evento conclusivo di disseminazione e la valutazione conclusiva del progetto.

Nell’ambito di Vive la durabilité des actions de jeunesse

Il 22 agosto, nell’aula magna dell’Università di Lima, si è tenuta l’inaugurazione del programma di formazione “Città sostenibili e circolari: un’opportunità per promuovere lo sviluppo economico locale”, un progetto realizzato dal Centro di Sostenibilità dell’Università di Lima, ASPEm, ADEC-ATC e National Society of Industries (Società Nazionale delle Industrie) – SNI, con il sostegno
dell’Unione Europea.

All’evento hanno partecipato funzionari pubblici e rappresentanti dei governi municipali che sono stati accolti dai rappresentanti degli organismi responsabili del programma di formazione: Alfredo Estrada, direttore del Centro di Sostenibilità dell’Università di Lima; Tatiana García, responsabile per l’ambiente e il cambiamento climatico dell’Unione Europea; Marileny López Villa, Segretario Tecnico della commissione per l’economia Circolare della Società Nazionale delle Industrie.

Questo evento segna l’avvio di una formazione che vuole potenziare le conoscenze dei funzionari comunali e/o dei decisori sui concetti di città sostenibili e sui principi di economia circolare. Si vuole, inoltre, cercare di contribuire all’elaborazione di una proposta di linee guida e politiche comunali per lo sviluppo economico locale che si basi sui principi di sostenibilità e di economia circolare.

Durante la cerimonia c’è stata anche la partecipazione virtuale di Wilber Ataco, Responsabile Ambiente del Comune Provinciale di Urubamba, che ha presentato le buone pratiche attuate nella Municipalità di Machu Picchu, Cusco, come il recupero dei rifiuti organici e inorganici, con il posizionamento di un compattatore e di un impianto di pirolisi. Un forte incentivo per i presenti affinché valorizzino le proprie competenze e i propri strumenti per poter contribuire al processo di transizione verso un’economia circolare e ottenere così un beneficio sia per l’ambiente che per la salute e il benessere generale dei cittadini.

Subito dopo questa introduzione, sono state esposte le basi fondamentali del corso con il supporto della presentazione di Annia Vargas, responsabile della sezione ambientale del Centro di Sostenibilità dell’Università di Lima, che ha spiegato lo sviluppo delle attività future e il supporto che l’Università fornirà durante questo progetto.

In conclusione, Ricardo Fernandez, di ASPEm, ha chiarito gli obiettivi del programma e parlato del progetto “Alianzas para una Economía Circular”.

Ricardo e Annia hanno, quindi, risposto alle domande dei funzionari comunali ed è stata proposta una dinamica interattiva affinché i partecipanti potessero conoscersi meglio, presentandosi e proponendo alcune idee su come contribuire alla tutela dell’ambiente.

L’inaugurazione del percorso formativo “Città sostenibili e circolari: un’opportunità per promuovere lo sviluppo economico locale” è stata una cerimonia importante per la possibilità di lavorare direttamente con gli attori che svolgono un ruolo essenziale nello sviluppo delle città e della cura dell’ambiente. Per questo motivo ringraziamo particolarmente i funzionari che si sono impegnati a partecipare a questo progetto e a completare i 12 moduli di workshop, che consentiranno loro di acquisire informazioni, promuovere le proprie idee e aiutare a progettare politiche pubbliche a favore dei rispettivi comuni e dell’intera comunità.

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Arrivati a Lima il 5 agosto, ci accoglie una città dal cielo grigio. Tra gli edifici viaggiano polveri sottili di inquinamento e una nebbia, che addensa l’umidità dell’oceano, calca la città. Questo anno per il fenomeno del Niño fa più caldo del solito, tanto da non dover ricorrere agli abiti invernali.
Di fronte all’edificio dove alloggiamo, un vecchio convento dietro alla casa presidenziale, si apre la vista di uno dei monti che a partire dalla grande migrazione del ‘50 è stato coperto di case colorate. Si tratta di insediamenti eretti in pendenza occupando il deserto.

Le nostre guide di ASPEm, Gianni e Anna, ci propongono come uscita domenicale una visita al “Museo della memoria”. A pochi isolati dalla spiaggia, un po’ incastonato sui declivi coperti di edere che scendono verso il mare, il museo si regge con umiltà, spalle alla città, di fronte l’oceano. Una targa a destra dell’ingresso ricorda il suo magnate benefattore, il presidente Alan Garcia che, sotto suggerimento del premio Nobel Mario Vargas Llosa, lo fece costruire nel 2005.

Dentro ci aspettano Jaime, un pedagogo amico di Gianni e Noelia, la sua compagna. Jaime Sanpen, conoscitore profondo del conflitto armato interno e del postumo lavoro di scrittura e tessitura di una memoria nazionale delle vittime, portato avanti dal Comitato di Verità e Riconciliazione (CVR), ci introduce al museo con queste parole: “Preferisco che vi dividiate in gruppetti di due o tre persone massimo: vorrei che questo percorso attraverso il museo vi stimolasse emozioni e reazioni profonde. Non sarebbe possibile comprendere, o avvicinarsi a questi fatti se li trattaste solo come informazioni!”.

Da che entriamo nelle sale espositive, il dialogo viene assunto come strumento pedagogico imprescindibile, non solo per tessere con noi una memoria storica, ma anche come punto in comune per praticare la democrazia. Stabiliamo un dialogo anche con Sofia Macher Batanero, sociologa e costituente del CVR. La troviamo nella prima sala con un gruppo cospicuo di persone e da quel momento, in modo un po’ frammentato, seguiamo le sue testimonianze che parlano di omissioni del conflitto armato da parte dello stato, ma anche dell’ignoranza dei cittadini e cittadine limeñi, la loro indifferenza nei confronti di quanto stava accadendo nelle province. Dall’informe del CVR, arrivano le voci di più di 69000 vittime (morti e desaparecidos) per il 70% povere e indigene. Di donne violentate e stuprate. Arriva anche il riconoscimento di una colpa statale: la mancata tempestività nel rispondere alle violenze del gruppo senderista e del MRTA e la perpetrata violenza sulle stesse popolazioni già distrutte dal mandato teorico marxista-leninista-maoista di Sendero Luminoso.

Tra le sale mi soffermo su un murales che dice: “Vincular la vida con la politica cotidiana” (Collegare la vita con la politica quotidiana).
Sento da dei grandi schermi appesi al soffitto le voci abbandonate degli umili, vedo una democrazia lontana dal popolo, solo immagine e spettacolo di principi e valori democratici.

Il colonialismo persiste, riproducendosi. Silvia Rivera Cusicanqui, sociologa boliviana, lo definisce come “una struttura, ethos, una cultura che si riproduce nel quotidiano nelle sue oppressioni e silenziamenti sebbene i successivi intenti di trasformazione radicale che propugnano le élite politiche e intellettuali, in versione liberale, populista, marxista o indigenista.” (2009)

Parliamo di una democrazia che, come prassi politica, non è immune all’espressione di un potere secolare, una cultura della violenza, razzista, coloniale, classista, patriarcale, capitalista, estrattivista, interiorizzata da secoli e parte della memoria collettiva.

Alla fine della visita ci riuniamo in cerchio. Le nostre impressioni sono tante, diverse, amare e confuse. Trovarsi di fronte a tanta complessità è spossante.

Mi viene in mente Albert Camus, quando di fronte a una realtà tanto più complessa e polimorfa di quanto potesse afferrare l’intelligenza umana, si divertiva a pensare all’orgoglio che mostrava l’essere umano (perlomeno occidentale) nel credere di poter comprendere tutto.

E poi come diceva Jaime, la comprensione è anche comprensione emotiva, a volte non spiega ma invoglia a farsi ancora più domande. Così ce ne torniamo a casa, lontane e lontani dall’aver compreso, ma con un fare più umile e aperto ad ascoltare e vivere, nelle sue infinite contraddizioni, la realtà che ci circonda.