Tempo di bilanci per la sede di Lima: il 31 marzo Aceleradora De Innovación Textil spegnerà la sua prima candelina e vogliamo ripercorrere i momenti più importanti di questo anno, che ci ha dato tante soddisfazioni! L’obiettivo resta quello di supportare imprenditrici di PMI peruviane nella transizione ecologica, in un settore – quello tessile – che ha nel mondo un impatto ecologico fra i più devastanti.

Il percorso sta anche rendendo le PMI più interessanti agli occhi di tutto il mercato locale. Ne è una dimostrazione l’interesse ricevuto con la partecipazione a Expo Textil, diventata negli ultimi anni la fiera di riferimento per il mondo tessile peruviano.

Si sono strette molte collaborazioni con importanti realtà locali, che hanno permesso l’avvio di diversi programmi su più ambiti, dalla teoria alla pratica, dalla formazione al reperimento di materiali. Si continua a tessere un’economia circolare un filo alla volta!

  • programma Ecocanvas

Il Business Model Canvas diventa Ecocanvas: uno strumento per sviluppare e visualizzare la propria attività in un’ottica circolare, includendo nell’equazione anche l’impatto ambientale e sociale. Sarà Nicola Cerantola, fondatore e direttore di Ecologing, a guidare la formazione che porterà 20 imprenditrici a strutturare il modello Ecocanvas delle proprie imprese del settore tessile.

  • programma Innovación Sostenible en Acción

Un’occasione importante è nata dalla collaborazione con Textil El Amazonas, azienda peruviana leader nella produzione e vendita di filati. Le imprenditrici coinvolte nel progetto hanno potuto visitare gli impianti produttivi, accedere agli scarti di lavorazione e ottenere una scontistica sulla merce.

  • programma Valor Compartido

Grazie all’accordo con Inspira (onlus del gruppo Intercorp), le imprenditrici potranno accedere e ridare vita agli scarti tessili dei magazzini Oeschle. La prima PMI coinvolta nel programma è stata Metamorfosis, che userà il materiale per dare lavoro alle detenute del carcere di Chorrillos (Lima), creando abiti e prodotti ricondizionati.
Un circuito che genera valore sia in ambito ambientale che sociale, dando una seconda possibilità a materiali e persone.

  • programma Activa, Crece y Progresa

Una formazione continua e innovativa è un passaggio fondamentale verso la transizione ecologica. È sintetizzato benissimo nel titolo del programma “Attiva, cresci e progredisci”, realizzato con la preziosa collaborazione di Textiles Camones, un’azienda tessile peruviana che basa la sua attività sulla sostenibilità ambientale e sociale. Le imprenditrici che partecipano al progetto potranno vedere da vicino sia la parte di produzione che quella di vendita, per ragionare a 360° sulle possibilità che offre sviluppare un’economia circolare.

Aceleradora De Innovación Textil è sviluppato nell’ambito del Programma AL INVEST Verde, grazie al finanziamento dell’Unione Europea

Nel mese di ottobre si sono svolte numerose attività legate al progetto “Mujeres asociadas en ollas comunes y agentes pastorales”, portato avanti da ASPEm in collaborazione con il Comune e la Parrocchia di San Andrés di Huaycán e la Conferenza Episcopale Italiana. Il progetto vuole contribuire al miglioramento della sicurezza alimentare della popolazione nella giurisdizione della parrocchia di San Andrés de Huaycán, distretto di Ate, Lima, Perù.

Il progetto mira a promuovere l’economia circolare, un buon sistema alimentare, lo sviluppo dell’economia locale e la creazione di occupazione, i diritti bambini e donne, la salute delle fasce più vulnerabili – come i migranti.

Nei diversi momenti formativi si sono tenute delle sessioni in cui sono stati affrontati diversi argomenti: sostenibilità, recupero alimentare, alimentazione equilibrata e gestione delle soft skills individuali.

Nella prima sessione abbiamo trattato il tema della sicurezza alimentare e l’importanza di fornire un servizio che consenta, a un numero maggiore di persone a basso reddito e vulnerabili, di avere accesso a cibo sicuro e nutriente per poter vivere in modo sano. Nella seconda sessione si è affrontato il tema dell’economia circolare, argomento che sta molto a cuore a ASPEm.
Come è noto, l’economia circolare si impegna per ridurre, riciclare e riutilizzare tutto ciò che viene scartato, donandogli una seconda vita. La conoscenza di questo modello innovativo che promuove i materiali biodegradabili e incoraggia le pratiche per ridurre i rifiuti, è molto importante per gli agentes pastorales e per il recupero degli alimenti.

I primi due incontri hanno costituito una buona base per la terza sessione, che ha trattato il tema del recupero alimentare, che vuole garantire l’accesso agli alimenti freschi, contribuendo a evitare gli sprechi e riducendo gli effetti negativi che una cattiva gestione dei rifiuti ha sull’ambiente. Questa sessione ha insegnato come realizzare diversi prodotti con i rifiuti organici (come, ad esempio, fertilizzanti e mangimi per animali) e autoprodurre detersivi per la casa.

Nelle ultime due sessioni l’accento è stato posto sulle buone pratiche igienico-sanitarie per la conservazione e il recupero degli alimenti e lo sviluppo di nuove soft skills per potenziare e migliorare la comunicazione, con lo scopo di essere in grado di comprendere, accettare e gestire il proprio umore e quello degli altri, considerando l’empatia come un elemento fondamentale per instaurare un rapporto di collaborazione e cooperazione all’interno della comunità.

Tutte queste sessioni sono state create e sviluppate focalizzandosi sugli argomenti più rilevanti e gli elementi che coprono le aree della salute e sicurezza alimentare, competenze personali, pratiche circolari e, ovviamente, il recupero del cibo. Il tutto rappresenta un insieme di conoscenze e informazioni necessarie per la formazione completa degli agentes pastorales.

Alla fine di ottobre abbiamo avuto l’opportunità di partecipare a “Expotextil Perú 2023” con il nostro progetto “Aceleradora de Innovación Textil”, sviluppato nell’ambito del programma Al-Invest Verde in collaborazione con la Camera di Commercio Italiana del Perù; SIC (Associazione Spagnola per la Sostenibilità, l’Innovazione e la Circolarità nella Moda), ADEC-ATC (Asociación Laboral para el Desarrollo and Sociedad Nacional de Industrias,), con il sostegno dell’Unione Europea.

Durante l’evento abbiamo avuto potuto condividere le nostre esperienze e le sfide del progetto con più di 200 persone, comprese le aziende e le industrie interessate. Con l’obiettivo di promuovere una crescita sostenibile del settore, orientandolo all’economia circolare e alla creazione di posti di lavoro sostenibili.

“Expotextil” è una fiera internazionale per i fornitori dell’industria tessile e dell’abbigliamento che, nel 2023, ha avuto luogo al Jockey Exhibition Center. Già dalla sua precedente edizione, “Expotextil Perú” è diventata più versatile e si sta consolidando come la piattaforma di informazione e promozione commerciale più completa del Paese per quanto riguarda il settore tessile e il settore dell’abbigliamento. Ma, soprattutto, ha deciso di riunire, nello stesso evento, le corporazioni più importanti e le micro, piccole, medie e grandi imprese che includano nella loro produzione, processi o tecnologie gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG)

Quest’anno “Expotextil” si propone di implementare e dare maggiore rilevanza ad una nuova prospettiva, promuovendo la sostenibilità nel settore tessile. Molteplici mostre e presentazioni si sono svolte sull’argomento, alle quali è intervenuta la direttrice di ASPEm in Perù, María Zevallos, parte attiva del tavolo sulla Sostenibilità nel mondo della moda insieme ad Augusto Montoya, cool hunter e trend analyst.

L’obiettivo dell’incontro era presentare le nuove misure da applicare nel settore tessile per una transizione verso un percorso più responsabile nei confronti dell’ambiente e della società.

Presenti all’evento insieme ad ASPEm, QAYA Cuero De Pescado Peruano e Killa Vive Verde, aziende che partecipano a “Aceleradora de Innovación Textil”,  in rappresentanza del progetto. La loro innovazione e la loro creatività hanno attirato l’attenzione di molti partecipanti della fiera, che hanno mostrato grande interesse e sono rimasti sorpresi dai prodotti e dall’impegno per la sostenibilità che entrambe le PMI hanno dimostrato.

Per ASPEm poter partecipare a Expotextil Perú con il progetto è stata davvero gratificante, perché ha avuto il piacere di incontrare persone ed enti con lo stesso obiettivo e la stessa passione: lavorare per generare un cambiamento nel settore tessile e in coloro che lo compongono, oltre all’aver potuto contattare imprenditori e imprenditrici che potranno partecipare al progetto e formare alleanze tra diversi attori.

Tre giornate organizzate da due partner di ASPEm, la Fundación Munasim Kullakita e il Centro Yanapanakusun, che hanno fatto reincontrare sul campo lə nostrə ragazzə in Servizio Civile Universale a La Paz e Cusco. Ecco il loro racconto.

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Dal 18 al 20 ottobre, presso la sede del centro Yanapanakusun (Cusco), si è svolto l’evento “Tejiendo nuestro futuro junt@s”, il primo incontro intergenerazionale contro la tratta di persone in Perù e Bolivia.
L’evento è stato organizzato con l’obiettivo di promuovere la consapevolezza tra gli adolescenti, i genitori e gli insegnanti affinché possano essere loro stessi promotori e attori del cambiamento rispetto alle varie forme di tratta.

Le prime due giornate si sono svolte all’interno del Centro, sono state organizzate differenti attività sul tema della prevenzione della tratta. Attraverso la metodologia della drammatizzazione, sono state inscenate, da due attrici peruviane, storie di “sobrevivientes”.

Attraverso l’ascolto attivo e la discussione, avvenuta a seguito della recita, il pubblico si è potuto immedesimare nelle storie riflettendo sulle strategie socioculturali che mettono gli adolescenti a rischio di tratta e sfruttamento.

Nel pomeriggio educatori, educatrici e antropologi, hanno lavorato con i partecipanti e le partecipanti sul tema della memoria individuale e collettiva, raccogliendo le loro esperienze di resilienza e promuovendo pratiche preventive che possano rispondere sempre meglio al contesto che devono affrontare.

Le attività si sono concluse con il Foro Binacional: Bolivia y Perù contra la trata de personas” che ha visto la partecipazione di psicologi, specialiste in violenza di genere, avvocate e figure ministeriali. Si è discusso, insieme al pubblico, delle modalità in cui viene affrontato il tema della tratta e di come attuare una prevenzione che sia efficace e partecipata.

La complessità e la stratificazione della violenza che, gran parte delle volte nasce dal contesto familiare ma si sviluppa nel contesto socioeconomico, rende necessaria una modalità di socializzazione differente e l’attuazione di una formazione tecnica soprattutto per le figure istituzionali (insegnanti, forze dell’ordine, specialisti e personale sanitario).

L’esperienza complessiva ha permesso alle partecipanti e ai partecipanti insieme con i/le professionisti/e di entrambe le associazioni, di comprendere le numerose dinamiche della tratta di persone che si differenziano talvolta da paese a paese ma che sono ugualmente radicate a livello strutturale.

Grazie alla grande consapevolezza del pubblico, specialmente dei giovani, sono emerse proposte innovative e costruttive che coinvolgano la ciudadanía e allo stesso tempo le istituzioni.

Come partecipanti attive abbiamo potuto osservare la costruzione delle attività di gruppo e le modalità di partecipazione, è molto stato interessante vedere come l’intero evento sia stato co-costruito e abbia preso forme distinte durante i tre giorni.

A differenza di come eravamo abituate a lavorare in Italia, i mediatori hanno utilizzato un approccio emozionale che ha permesso alle partecipanti e ai partecipanti di elaborare, in alcuni casi per la prima volta, i traumi passati.

I facilitatori e le facilitatrici hanno creato uno spazio di dialogo e ascolto sicuro attraverso un lavoro di sensibilizzazione che ha permesso a molte delle persone presenti di sviluppare un forte senso di empatia.

Durante le tre giornate abbiamo imparato molto sia a livello educativo che umano.  Abbiamo potuto osservare le dinamiche della tratta e della violenza da una diversa prospettiva, pur avendo già una solida esperienza sul tema, anche grazie al confronto giornaliero con l’equipe che ha permesso di integrarci e di sentirci ascoltate e partecipi al progetto.

Infine, essere state a contatto e aver avuto uno scambio attivo con così tante persone di diverse età provenienti da parti diverse del Perù e della Bolivia, è stato formativo ed arricchente, ci ha dato l’opportunità di ampliare ancora di più il nostro sguardo.

Il 16 ottobre, Giornata Nazionale delle Persone con Disabilità in Perù, si è tenuta presso il Centro Congressi di Lima la Cerimonia di Apertura e di Presentazione degli Imprenditori selezionati per la Fase II – Affiancamento Tecnico del Progetto “Emprende y Despega”

Durante l’evento è stata presentata l’iniziativa “Consulenza tecnica per il rafforzamento e lo sviluppo delle imprese dei cittadini in situazioni di vulnerabilità associata alla disabilità e delle organizzazioni sociali delle persone con disabilità”. Quest’ultima si sviluppa nell’ambito della campagna “Emprende y Despega”, un’iniziativa promossa da CONADIS, che vuole promuovere l’autonomia economica delle persone diversamente abili a Lima e Callao.

La popolazione con disabilità ha, nella situazione attuale, minor possibilità di accesso al mercato del lavoro a causa delle barriere esistenti allo svolgimento di un lavoro dignitoso; al momento, cercano di generare il proprio reddito sulla base di iniziative individuali e/o familiari.

400 piccole imprese di Lima e Callao hanno già superato con successo la prima fase e sono ora passate all’affiancamento tecnico, per rafforzare le proprie conoscenze e competenze e migliorare i propri piani aziendali per un ulteriore sviluppo.

Alla cerimonia hanno partecipato i rappresentanti delle organizzazioni che hanno aderito all’iniziativa, uomini e donne d’affari, ed i rappresentanti del governo del congresso ed il Ministro delle Donne e delle Popolazioni Vulnerabili.

Presenti anche 2 imprenditrici già protagoniste di altri progetti di ASPEm: Linda Echevarria di Linda Joyería e Lesly Ormeño di Alma Bohemia. Hanno potuto dare visibilità ai loro prodotti e condividere le loro storie con tutte le persone presenti.

Questo evento ha evidenziato l’impegno dell’iniziativa nel fornire consulenza e affiancamento tecnico agli imprenditori con disabilità e nel fornire loro il supporto di cui hanno bisogno per accelerare il loro percorso verso il successo.

ASPEm sta selezionando un/a PROGETTISTA da inserire nella sua operatività in Italia.

Scadenza candidature: 31 gennaio 2023
Contratto: 12 mesi (rinnovabile)

Inserimento: febbraio 2023
Sede di lavoro: Cantù (Co) – Via Dalmazia 2 – Italia

Descrizione
ASPEm sta selezionando un/a PROGETTISTA da inserire nell’ufficio progetti presso la sede di
Cantù (CO), con competenze in progettazione, ricerca e selezione bandi, gestione e
monitoraggio progetti, relazione con i Donor.

Competenze e Compiti
• Competenze e capacità nell’ambito della progettazione – dimostrabile esperienza, anche non continuativa (studi e/o lavoro)
• Competenza nella ricerca/lettura di bandi e opportunità di finanziamento progetti
• Ottima conoscenza della lingua inglese (eventuale seconda lingua: spagnolo)
• Disponibilità a missioni in paesi europei ed extraeuropei
• Ottima padronanza del pacchetto Office
• Capacità di lavorare sia in gruppo sia in maniera autonoma e di organizzare il lavoro nel rispetto di scadenze

I candidati qualificati interessati alla posizione dovranno inviare la propria candidatura ad aspem@aspem.org entro il 31 gennaio 2023, indicando nell’oggetto “Candidatura Progettista”. La candidatura dovrà essere corredata da:
1. Curriculum vitae aggiornato (sintetico)
2. Due referenze complete di dati di contatto e autorizzazione al contatto

Saranno contattati solo i candidati con CV pertinente per un colloquio di preselezione.

La provincia di Canchis, nella regione di Cusco, é uno degli epicentri dell’artigianato tessile in Perú, erede di tecniche ancestrali e manuali precolombine. In questo luogo, nel distretto di Pitumarca (dove troviamo anche la famosa montagna dei sette colori) – Lidia Huaman é una giovane madre artigiana che fu partecipante del progetto “Mujeres con Talento”, promosso da ASPEm e finanziato dall’Unione Europea, testimone di come la pandemia del COVID-19 sta pregiudicando pregiudicato e ha impoverito centinaia di famiglie che vivono di artigianato, considerato patrimonio culturale della nazione in Perú.

Lidia é stata una delle artigiane che, negli ultimi anni, grazie alla formazione ricevuta dal progetto Hecho con Talento, é riuscita mettere in comercio i suoi prodotti in uno dei luoghi piú importanti per la ricezione di turisti della cittá di Cusco: l’Hotel Monasterio. In questo Albergo, offriva i suoi stupendi prodotti in lana come mantelli, sciarpe, “chullos” o guanti a centinaia di turisti provenienti da tutto il mondo e i visitatori venivano affascinati e catturati dalla grande qualitá tessile e orafa dei capi di Lidia. In questo modo, Lidia, come anche tutte le sue compagne dell’Associazione di Artigiani “Apus Los Auquis” di Pitumarca, poteva degnamente lavorare e contribuire al sostentamento della sua famiglia. Ma, arrivó il COVID-19, il quale sbarró le porte, immediatamente, al turismo, mettendo la economía di tutta la regione di Cusco con le spalle al muro.

LIDIA HUAMAN – Pitumarca – Cusco

Adesso Lidia, rispettando la quarantena, passa le sue giornate chiusa in casa con il suo compagno, l’agricoltore Freddy Quispe, il figlio Luis e i tre fratelli piú piccoli in etá da scuola. Non sono permessi gli spostamenti e chiaramente, non ci sono i turisti: tutto il settore dell’artigianato é paralizzato nella storica terra degli Inca. A casa sua, per lo meno, possono mangiare le patate che loro stessi coltivano o i “chuños” (patate essicate dall’alto contenuto nutritivo) e un po’ di carne di alpaca che le fa arrivare suo padre dalle alture, il pastore “alpaquero” Jesús Huamán.

Tra le tante cose, Lidia é preoccupata, anche, per lui che vive in quelle fredde altitudini a piú di 4.000 metri nella comunitá di Tallani, dove il teléfono non prende, il cibo scarseggia e il freddo opprime. La quarantena senza artigianato é monotona e difficile in Canchis. Da una parte, Lidia soffre accorgendosi dei problemi della scuola a distanza che affrontano suo figlio e i fratelli: le lezioni vengono erogate alla televisione e a Pitumarca solo arriva il segnale di un canale della televisione di stato. La connessione internet é instabile e sia i bambini che il paese non erano pronti per adattarsi cosí velocemente alla tecnologia.

La situazione di questa giovane madre non é diversa da quella delle altre artigiane appartenenti alle 23 associacioni che esistono in Pitumarca e alle piú di 50 attive sul territorio di Sicuani, capoluogo della provincia di Canchis. Questa teritorio della regione di Cusco vive e si sostenta, senza alcun dubbio, grazie all’arte tessile: Lidia, come anche altri artigiani, é rimasta senza risparmi e per riprendere la sua attvitá, avrebbe bisogno di un finanziamento per acquistare i materiali che le servono, come, per esempio, la lana di alpaca e pecora. Tra l’altro, in futuro, la sua associazione sogna di poter acquisire una macchina filatrice que li possa auitare, proprio, nel proceso di creazione del filo partendo dalla fibra grezza raccolta dall’animale. Infatti, non é facile tessere un capo o un accessorio secondo le regole di rito dell’arte tessile tradizionale: Lidia apprese i segreti della fibra di alpaca dalla nonna Julia Huamán che con i suoi 97 anni é la grande matriarca del tessuto a Pitumarca. La giovane artigiana si impadroní delle varie fasi di lavorazione di questa materia prima: la prima filatura, il “trueque” o torcitura della fibra, la tintura a colori naturali come la tinta che si estrae dalla “cochinilla”, l’ordito e la rifinitura ornamentale. Lidia, prima della pandemia, andava alla cittá di Cusco a comprare il materiale. Ma, adesso, non c’é il trasporto per spostarsi da Pitumarca fino alla cittá Imperiale.

Come altre sorelle artigiane, alcune, tra l’altro, anche madri sole, Lidia aspetta la fine di questo brutto sogno per ritornare a vendere, all’Hotel Monasterio, i suoi meravigliosi prodotti, tessuti, con una delle fibre piú raffinate al mondo. Il COVID-19 le ha cambiato di colpo la vita, ma le tessitrici di Canchis sono sicure che risorgeranno dalle ceneri di questo momento, con la consapevolezza di essere le potratrici di un sapere tessile tradizionale il cui valore é riconosciuto in tutto il mono e che, da tempo, ha varicato i confini della proria terra.

Intervista: realizzata da Juan Ochoa-Giornalista. Tradución: Hermann Bizziccheri

La parola d’ordine è: “ci uccide la fame prima del virus”. Migliaia di famiglie di Lima, recentemente immigrate dalle zone andine del Paese, stanno cercando il modo di ritornare alle zone di origine. Fuggono da Lima, dove si concentra la maggior parte dei casi di contagi da coronavirus. Ma non fuggono dal virus, fuggono dalla fame. E’ l’esodo dei dimenticati, dei poveri, degli esclusi, in piena quarantena da Covid-19.

Cercano di ritornare alle zone di origine, a piedi perché non ci sono mezzi pubblici e dormendo in terra ai bordi delle strade, alle città e ai paesi da dove erano venuti in cerca di fortuna nella Capitale. Avevano trovato occupazioni marginali e informali, con entrate di sopravvivenza giorno per giorno, ma da un mese tutto è bloccato e il lavoro marginale non esiste più. Nei paesi di origine sperano di ritrovare occupazione, di aiutare nella raccolta dei prodotti agricoli e soprattutto sanno che la vita costa molto meno che a Lima.

Si accompagnano a chi era venuto a Lima nei giorni precedenti il blocco, per necessità burocratiche, visite mediche, lavori stagionali ed è rimasto bloccato per la paralisi dei trasporti fino ad esaurire le risorse economiche che aveva.

Sono 170.000 le persone che da Lima vogliono ritornare ai paesi della sierra.

“Non si può permettere una uscita disordinata da Lima, perché queste persone possono essere portatrici di virus e generare problemi di epidemia nelle zone dove si dirigono” dice un esponente del governo, ma le soluzioni sono come sempre semplificatrici: la polizia sbarra loro il cammino, ci sono scontri fisici e la gente cerca nuove strade per riprendere la via verso la sierra.

Il Perù è in seconda posizione in America Latina per numero di casi di Covid-19. Sono 25.000 i contagiati e quasi 600 i morti. Da metà del mese di marzo tutto il Paese è in quarantena obbligata, che ha presentano molti buchi, per disorganizzazione, per irresponsabilità della gente e per la necessità obbligata di molti ad uscire di casa per cercare di vendere qualcosa o di fare qualche lavoro. “La salute della gente è l’obiettivo principale” dice il Presidente, ma le strutture sanitarie non sono per tutti, sono insufficienti anche per chi ne ha diritto e solo una parte della popolazione ha accesso agli aiuti pubblici.

La fame non aspetta: nelle strade prosegue l’esodo di chi non nulla.