Termina il progetto Odiare non è uno sport 2

Con l’anno 2024 si conclude anche il progetto “Odiare non è uno sport 2”, che in sette regioni italiane ha avuto l’obiettivo di contrastare e prevenire l’hate speech online e offline, mettendo al centro attività educative per favorire la resilienza dei e delle giovani di fronte a questo fenomeno insidioso e mutevole.

In collaborazione con un partenariato solido e qualificato, coordinato dall’organizzazione CVCS di Gorizia, sono state realizzate attività di ricerca e analisi sul fenomeno del discorso d’odio tra il target giovanile e con particolare riferimento al mondo dello sport, oltrechè azioni di formazione e sensibilizzazione.

Nell’ambito della formazione e sensibilizzazione, ASPEm ha realizzato le seguenti attività:

  • formazione rivolta a docenti: ASPEm ha formato 60 docenti su temi e strumenti legati al discorso d’odio. Tra questi sono stati approfonditi: l’approccio interculturale, per agevolare a scuola processi di reale scambio culturale, di dialogo e di inclusione; l’odio per motivi di sesso, genere, orientamento sessuale e identità di genere, al fine di fornire strumenti per prevenire discriminazioni, promuovere un ambiente scolastico inclusivo e rispettoso, decostruire stereotipi di genere, sensibilizzare sul linguaggio inclusivo, promuovere la parità, comprendere e rispettare le diverse identità sessuali, prevenendo bullismo e marginalizzazione; l’ideazione, creazione e utilizzo di silentbook per promuovere nuove forme di linguaggio inclusivo e contrastare l’hate speech;
  • workshop rivolti a personale sportivo: 80 persone, tra cui dirigenti, allenatori e allenatrici ma anche genitori e gente appassionata di sport, hanno partecipato a 4 incontri formativi sui temi dello sport inclusivo, della cultura della sportività e del tifo positivo, che hanno avuto l’obiettivo di promuovere il rispetto delle diversità, favorendo l’accesso allo sport per tutte e tutti, educare al fair play e al supporto costruttivo, contrastando discriminazioni e comportamenti aggressivi, in campo e fuori;
  • formazione e sensibilizzazione di 400 studenti delle scuole secondarie e di 100 giovani di squadre sportive sulla prevenzione e il contrasto al discorso d’odio: tramite attività partecipative e di attivazione individuale e di gruppo, si è lavorato per riconoscere i meccanismi del discorso d’odio, sviluppare competenze per contrastarlo e promuovere una cultura del rispetto e dell’inclusione, favorendo la consapevolezza critica, l’empatia e il senso di responsabilità sociale;
  • creazione di una squadra di attivismo digitale: ASPEm ha coinvolto 15 giovani in un percorso di cittadinanza attiva esercitata nella sfera online dove, dopo una preparazione iniziale, sono state sperimentate azioni di contrasto attivo all’interno di pagine e conversazioni pubbliche, con il fine di dissuadere o smorzare i contenuti d’odio;
  • supporto alla campagna web di narrazione alternativa: ASPEm ha contribuito alla diffusione del messaggio Odiare non è uno sport attraverso l’accompagnamento di studenti e giovani nella creazione di materiali multimediali e il coinvolgimento di testimonial del mondo sportivo, contribuendo a sensibilizzare sul tema dell’odio nello sport e a promuovere società più inclusive.

Tra il 2023 e il 2024, il progetto Odiare non è uno sport, giunto alla sua seconda edizione, ha formato in sette regioni italiane oltre 400 docenti di scuole secondarie di I e II grado, 500 allenatori e operatori sportivi di varie discipline; 300 tra dirigenti e referenti di società sportive e ASD. Ha inoltre raggiunto e formato al contrasto all’hate speech circa 3.000 studenti di scuole secondarie e 2.000 giovani sportivi iscritti alle Asd delle regioni coinvolte (nel dettaglio: Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Piemonte, Sicilia, Veneto).

Ha inoltre prodotto strumenti importanti come il Barometro dell’Odio nello Sport, realizzato dal Centro CODER dell’Università degli Studi di Torino, e una Unità di Apprendimento (UDA) per studenti delle scuole secondarie e per allenatori delle società sportive. Ma ha anche lavorato in termini di comunicazione, con una potente campagna web di sensibilizzazione, con interviste a grandi campioni, testimonial del messaggio anti-odio, un podcast in otto puntate, uno spot radiofonico, flash mob in 13 città in occasione della Giornata Internazionale dello Sport per lo Sviluppo e la Pace (6 aprile 2024) e un corrispettivo flash mob online che ha visto la partecipazione di migliaia di sportivi e sportive in tutto il Paese.

Il successo del progetto dimostra quanto sia cruciale affrontare temi come il contrasto al discorso d’odio per costruire comunità più inclusive e consapevoli. Il confronto con i partner e lo scambio di esperienze hanno favorito la realizzazione di attività di qualità, capaci di coinvolgere e sensibilizzare in modo efficace, favorendo la partecipazione attiva di diversi soggetti protagonisti. Il progetto si conclude quindi con l’obiettivo futuro di sviluppare nuovi progetti che possano ampliare l’impatto positivo già raggiunto.