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Premiazione del concorso “DiMMi di Storie Migranti”

Il concorso “DiMMi di Storie Migranti” è un’iniziativa che mira a raccogliere e valorizzare le narrazioni di migranti che vivono in Italia, dando voce a esperienze spesso invisibili. Ogni anno, il progetto offre uno spazio di ascolto e condivisione a chi ha vissuto l’esperienza migratoria, affinché le loro storie possano essere raccontate e conosciute da un pubblico più ampio.

In occasione dell’ultima edizione, Anna Colombo e Barbara Quadrio, rispettivamente vicepresidente e socia di ASPEm, hanno partecipato alla cerimonia di premiazione del concorso, tenutasi a Pieve Santo Stefano. Il testo che segue è una testimonianza diretta della loro esperienza, ricca di emozioni e riflessioni, condivisa per offrire uno sguardo personale su un evento tanto significativo.

 

Il 13 settembre abbiamo partecipato alla premiazione del concorso “DiMMi di Storie Migranti” a Pieve S. Stefano. Quest’anno il Premio Pieve Saverio Tutino, in cui è inserito il concorso DiMMi, è risultato particolarmente ricco di iniziative perché coincidente con due ricorrenze. Una è quella che porta più indietro nel tempo quando nel 1944, il paese di Pieve, attraversato dalla Linea Gotica, è stato distrutto dalle mine che i tedeschi avevano disseminato prima di andarsene.

La seconda ricorrenza riguarda la nascita dell’Archivio Diaristico Nazionale avviato nel 1984 da Saverio Tutino, un luogo da lui definito “un vivaio della memoria” e che oggi ospita più di 10000 opere. Visitare il Piccolo museo del Diario, attraverso i suoi percorsi interattivi e multimediali, è un’esperienza unica che consigliamo caldamente.

L’edizione annuale del Premio è stata arricchita dall’esposizione “Il tesoro dell’Archivio” che ha portato in bacheca alcuni tra i diari più belli ricevuti in questo lungo arco temporale.

Il concorso DiMMi è accompagnato, per il sesto anno consecutivo, dal progetto “DISEGNAMI” che trasforma in immagini la raccolta delle narrazioni migratorie vincitrici dell’anno precedente.

L’evento per noi più significativo è stato naturalmente la premiazione del concorso DiMMi. La selezione è stata, come tutti gli anni del resto, un’impresa molto difficile perché tutte le scrittrici e tutti gli scrittori per motivi diversi meriterebbero di essere premiati.

Nello spazio di un pomeriggio, davanti a un pubblico molto numeroso, abbiamo così potuto dare un volto agli autori delle storie che avevamo letto nella Commissione e che venivano intervistati da due giovani vincitori del concorso degli anni precedenti. L’intervista era introdotta dalla lettura di alcuni brani dell’opera da parte di una coppia di attori/lettori che, con la loro magistrale interpretazione, rendevano viva, palpabile e molto coinvolgente la narrazione.
Elemento comune delle narrazioni, al di là dei contenuti, è stata la capacità di emozionare nella diversità delle storie. C’è chi ha voluto raccontare la necessità di fuggire dal suo paese e ha affrontato viaggi molto rischiosi; chi ha avuto il coraggio di raccontare la sua storia personale assolutamente difficile; chi, una volta in Italia, ha fatto scelte di vita e professionali che vogliono restituire il ricevuto aiutando altri migranti; chi, pur essendo nato e cresciuto in Italia, fatica a inserirsi nel tessuto sociale.

Sono proprio le autrici e gli autori di seconda generazione la novità delle opere di questi ultimi anni. Si tratta di giovani alla ricerca della propria identità e che si autodefiniscono “ibridi” perché figli di culture diverse, alle quali contemporaneamente si sentono di appartenere e a cui vorrebbero poter dare voce.
Anche nelle Commissioni di lettura appartenenti a Istituti scolastici o a Centri sociali si trova la presenza di ragazze e ragazzi nati da genitori immigrati che hanno trovato giovamento dalla lettura delle storie di DIMMI perché dicono li hanno aiutati a guardarsi dentro.

È proprio l’ampliarsi del numero e il differenziarsi come composizione sociale delle commissioni di lettura (attualmente 37, con 350 persone coinvolte) una bella novità di DIMMI. Oltre alle “storiche” commissioni nate da associazioni, Ong, biblioteche, scuole, ora sono stati attivati gruppi di lettura anche in Istituti Penitenziari, Cooperative, Centri sociali. Novità di quest’anno è infine una Commissione “Online”. A Pieve si è avuta l’occasione di un confronto tra i rappresentanti di queste realtà così diverse ma tutte accomunate dallo spirito dello scambio e del confronto. Nell’attività di lettura delle diverse storie si respira “Profumo di mondo” è stato detto!

In conclusione, è possibile affermare che DiMMi può essere considerato un modello di buone pratiche, in cui è possibile dare voce a chi non l’ha, dare attenzione e cura alle persone e alle loro storie, infine creare una rete di solidarietà.

Anna e Barbara